La katana giapponese è famosa non solo per la sua affilatura ma anche per il suo valore artistico. In questo articolo viene svelato il segreto di questa rara combinazione: la funzionalità, in quanto arma di grande potenza, e la bellezza, in quanto opera d’arte, e il suo processo di produzione.
Caratteristiche della katana giapponese
Con il termine katana giapponese ci si riferisce a spade fatte con un metodo unico in Giappone. Generalmente si tratta di una lama ricurva con un solo lato tagliente, apparsa dopo il periodo Heian.
La katana giapponese viene spesso descritta con il seguente detto: “non si rompe, non si piega e taglia bene”. Sono caratteristiche contraddittorie, in quanto l’affilatura rende più facile la rottura, o la flessibilità, per evitare la rottura, rende più facile la piegatura, tuttavia queste specifiche sono state raggiunte tutte con successo grazie a vari tentativi, effettuati nel corso del tempo, nel processo di fabbricazione.
In particolare l’affilatura è la caratteristica principale della katana giapponese. I giapponesi non sono fisicamente robusti, per cui era estremamente difficile maneggiare una spada pesante e ingombrante per molto tempo. La ricerca dell’affilatura perfetta per combattere efficacemente contro i nemici ha portato alla creazione di una bellezza snello e sofisticata.
Il processo di fabbricazione
Il segreto dell’eccezionale affilatura delle katana giapponesi sta nei molti processi complessi di fabbricazione.
Il ferro “tamahagane”, un materiale usato per le katana giapponesi, è prodotto con il metodo “tatara”. La tatara è un’antica tecnica di fabbricazione del ferro, in Giappone, che consiste nel mettere sabbia di ferro in una fornace a carbone e fonderla. Il tamahagane contiene acciaio di alta qualità e pochissime impurità che causano fragilità. È un materiale indispensabile per la fabbricazione delle katana giapponesi.
In questa sede viene presentato il metodo più comune di produzione della katana.
Lavorazione del ferro:
Il tamahagane viene fuso a bassa temperatura, martellato e steso, tagliato in piccoli pezzi di circa 2 o 3 cm quadrati, e poi suddiviso in duro e morbido. L’acciaio duro contiene una grande quantità di carbonio ed è usato per il “kawagane”, l’esterno della lama, mentre l'acciaio morbido, contenente una piccola quantità di carbonio, è usato per lo “shingane”, l'interno della lama.
Impilaggio e piegatura:
Lo stesso tipo di tamahagane viene impilato, messo di nuovo in un forno e fuso ad alta temperatura per fare un unico blocco. Nel gergo dei fabbri questo processo è chiamato bollitura “wakashi”. Dopo la bollitura, viene eseguito il “tanren”, cioè il metallo viene colpito e piegato. Ripetendo questo processo le impurità vengono ulteriormente rimosse. Dopo circa 15 volte il blocco di ferro diventa acciaio composto di 33.000 strati, dando alla katana giapponese la sua caratteristica durezza.
Fusione e tempra:
Lo shingane viene avvolto dal kawagane e steso per dare la forma della Katana. Questa doppia struttura, ferro morbido all’interno e ferro duro all’esterno, è alla base delle caratteristiche riassunte nel detto “non si rompe, non si piega e taglia bene”. Dopo che la forma è stata data è il momento della tempra “yakiire”. La lama viene fusa a circa 800 gradi, poi messa in acqua fredda per temprarla. In questo modo si forma la curvatura tipica della Katana.
Finitura e incisione:
Vengono corrette la piegatura e la deformazione e la lama viene affilata con una cote per dare alla katana una splendida finitura. Infine, viene inciso il nome dell’artigiano sulla katana e il gioco è fatto.
L’apice dell’artigianato
La katana giapponese è fatta di molte parti, al di là della lama, come il fodero “saya”, il codolo “nakago”, l’impugnatura “tsuka” per tenere il nakago, la guardia “tsuba” per impedire alle mani di toccare la lama. Per ogni parte ci sono artigiani specializzati.
In altre parole, la katana giapponese può essere fatta solo combinando le abilità di vari artigiani, non solo grazie al fabbro che fa la lama. Perciò questa è l’apice dell’artigianato tradizionale giapponese.